
Programmazione settimanale del Flamenco a Madrid
Dal 7 al 13 luglio, il Tablao 1911 riunisce grandi protagonisti del flamenco in un programma che fonde maestria, emozione e ritmo. Un’esperienza irripetibile in cui ogni sera è un rituale.
Abbiamo intervistato Claudia Ruiz Caro, fotografa ufficiale della Biennale di Flamenco di Siviglia nella sua XXI edizione, il cui lavoro si concentra sull’aspetto più antropologico e documentaristico del flamenco. Originaria di Barcellona, attualmente vive a Jerez de la Frontera, una città che le ha permesso di avvicinarsi al flamenco da una prospettiva intima e locale.
È cominciato alla fine del 2015, perché venivo da Barcellona, dopo aver fatto un master in fotografia di spettacolo e ovviamente, a Jerez quello che c’è è flamenco. Poco a poco sono entrata in quel mondo dei concerti e alla fine mi sono ritrovata a fare copertine di dischi, lavorare per festival, seguire eventi… A casa mia si è sempre ascoltato flamenco come genere musicale, ma il mio vero contatto attraverso la fotografia è iniziato nel 2015.
I miei riferimenti sono Pepe Lamarca, Colita, Jacques Léonard… soprattutto Pepe, quello più vicino a me. Ho anche un rapporto con Colita; sono un po’ i miei pilastri.
“Pepe è il mio maestro, è a lui che chiedo tutto.”
Mi identifico con loro perché guardano il flamenco senza parteciparvi, semplicemente lo osservano e lo lasciano fluire in modo naturale – ed è così che lavoro anch’io.
Claudia alla sua mostra “Adocamele” con Pepe Lamarca. Foto: Antonio Benamargo
Mi piace particolarmente il tablao perché mi sembra che si trovi a metà strada tra una festa flamenca privata, più personale e informale, e il teatro, che mi sembra più freddo verso il pubblico. Il tablao, credo, ha quel punto giusto di connessione.
Ho concentrato il mio lavoro principalmente sul mondo del cante e della guitarra, e da Jerez, quello che abbiamo qui è sicuramente legato alla comunità gitana. Loro sono i protagonisti del mio lavoro e, oltre a questo, gli devo tutto. Mi hanno aperto le porte della loro arte e della loro casa.
“Il popolo gitano è la base del mio lavoro”
Sì, ho in programma di esporre a Madrid, l’ultima volta è stato al Casa Patas nel 2019. La prossima sarà a Barcellona, a novembre.
Sì, è la prima volta. Quando era Villa Rosa vivevo ancora a Madrid e ero molto coinvolta nel Círculo Flamenco di Madrid, e a causa degli orari non riuscivo mai a venire a vedervi. Onestamente, sono felice di vedervi così vivi. Lo spettacolo mi è sembrato dinamico; ha il giusto equilibrio per coinvolgere il pubblico senza sopraffarlo.